sabato 13 agosto 2016

Il Piroscafo Baron Gautsch

Baron Gautsch
Rovigno per effettuare alcune immersioni sui numerosi relitti che si trovano al largo delle coste dell’Istria.
sul Relitto del Baron Gautsch che è considerato, soprattutto a causa della sua tragica storia, uno dei relitti più affascinanti del Mediterraneo.
IL BARON GAUTSCH - La storia
Nell’agosto del 1914 il Baron Gautsch (Il nome Baron Gautsch viene dato in onore del Barone Paul Gautsch von Frankethurn, che fu dapprima Ministro dell’Educazione e in seguito Ministro degli Affari Interni dell’Impero Austro-Ungarico) aveva il compito di trasportare i profughi della Bosnia ed Erzegovina e i villeggianti delle isole verso Trieste Prima di salpare le autorità militari convocano una riunione presso il k.u.k. Seebezirkskommando, quartier generale della Marina, durante il quale il secondo ufficiale, Tenze, inviato dal capitano del Baron Gautsch, Paul Winter, viene informato della rotta da seguire per evitare un campo minato che era stato allestito in difesa del porto di Pola. Le autorità militari, per ragioni di segretezza, non avevano comunque fornito la posizione esatta delle mine. Alle ore 11.00 del 13 agosto 1914, il “Baron Gautsch” salpava dal porto di Lussin Grande, diretta verso Trieste dove è previsto l’arrivo per le ore 18.00.
Alle 14.50 circa il Baron Gautsch viene avvistato a circa 7 miglia a nord dell’isola di Brioni
Il piroscafo urta una mina ancorata sul fondo sul lato di sinistra, proprio sotto la linea di galleggiamento, all’altezza delle caldaie tra la cucina e la dispensa di prima classe. Il tutto avviene in una manciata di minuti, il Baron Gautsch si inclina sul lato di sinistra e ciò rende impossibile l’alaggio di tutte le scialuppe. Dopo 6 minuti circa rimane solo un enorme gorgo. La sagoma dell’elegante piroscafo è completamente inghiottita dal mare. Circa 177 persone, tra cui numerose donne e bambini, annegano o muoiono bruciati dall’olio bollente rilasciato dai serbatoi. 159 persone vengono soccorse e tratte in salvo dai cacciatorpedinieri “Csepel”, “Triglav” e “Balaton” che accorrono immediatamente da Pola.

Il relitto viene ritrovato nel 1951 dal palombaro triestino Giacomo Stocca, su indicazioni di un altro palombaro, Libero Giurassici, socio, assieme a Ferruccio Torcello e Bartolo Prioglio, della Compagnia Industriale Mercantile di Trieste che aveva acquistato il relitto. Unico problema: per lavorare in territorio jugoslavo occorreva un corrispondente locale, con il quale si creano subito forti conflitti di interesse.
Da allora, fino al 1992, del relitto si persero le tracce. Solo i pescatori croati ne conoscevano l’ubicazione (o meglio, conoscevano l’ubicazione di un relitto) in quanto perdevano sempre le loro reti quando pescavano in questa zona.
Del ponte superiore sono rimaste le strutture e parte del legno, i fumaioli non ci sono più, al loro posto degli enormi fori che sprofondano nelle viscere della nave. La nave è maestosa in perfetto stile liberty, la sala da pranzo della prima classe era un elegante elegante salone addobbato con velluti e broccati, le colonne ricoperte di stucchi ed adornate da capitelli ionici, ora è rimasta solo la struttura esterna perchè essendo tutto legno e rimasto ben poco. Alcuni ponti in legno ancora presenti sono infatti pericolosi perchè possono crollare anche solo da un violento movimento di pinne. La sala macchine è accessibile e si possona ammirare le caldaie che costituivano il cuore della nave. Le eliche in bronzo invece vennero recuperate nel 1920.
L'immersione
Immergersi sul Baron Gautsch è senza dubbio una emozione fortissima, il relitto visibile quasi dalla superficie mette in soggezione per la sua maestosità. Il relitto è facilmente penetrabile in molte zone, il primo ponte è molto ampio e c’è spazio per muoversi con estrema facilità in qualsiasi direzione. Il ponte inferiore nasconde qualche insidia, è molto più basso rispetto al superiore e per poterlo percorrere senza battere le rubinetterie si necessita di un ottimo assetto. La parte però che senza dubbio crea le emozioni più grandi riguarda la visita dei piani inferiori. Entrando da una porta situata sullo scafo si percorre per intero su di un lato, e tornando indietro su l’altro tutto il relitto, facendo incredibili incontri. Ci sono enormi gronghi che quieti e curiosi vengono incontro ipnotizzati dalle torce, ci sono mostelle di dimensioni mostruose, ma la cosa che più disorienta è la quantità di astici che sbucano da ogni parte. Comunque tornando alla descrizione del relitto, il piano sottostante era quello probabilmente di servizio, infatti appena dentro con grande sorpresa ci si imbatte in quello che resta della cucina e continuando dietro ad alcune porte ancora semi integre si trovano i bagni, dove sono ancora visibili i servizi e le vasche. E’ proprio questa parte del relitto che mi ha fatto conoscere per la prima volta la sensazione della penetrazione con le quattro pareti intorno, un lungo corridoio dentro alla pancia del relitto che corre avanti senza mai lasciar vedere ne la fine ne la luce fatta eccezione per fasci di straordinaria bellezza che filtrano dagli oblò. Quasi dimenticavo: gli oblò…!
Fortunatamente la legge Croata è molto severa nei confronti della salvaguardia dei loro relitti, in particolar modo per il Baron Gautsch, considerato insieme ad altri due relitti Monumento Nazionale, quindi fatta eccezione per qualche “buco nelle lamiere”, gli oblò ci sono ancora tutti, e garantisco che sono uno spettacolo da vedere tutti in fila lungo le fiancate.
Questa immersione che si svolge a profondità che vanno dai 28 metri fino ai 40 metri, è riservata a subacquei esperti, che sapranno apprezzare questo relitto anche in condizioni di visibilità non ottimale.
Per poter allungare il tempo d’immersione senza dover superare i tempi di “non decompressione” è consigliato l’uso di miscele nitrox per i sub abilitati.
http://www.centrosubvicenza.it/popup_uscite/baron_gautsch.htm

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