Tokyo (TMNews) - Una volta c'era "l'Olandese volante", il vascello fantasma destinato per un destino crudele a solcare i mari in eterno, senza una meta precisa, spesso avvistata avvolto in una nebbia o in una luce spettrale. La sua versione odierna si trova arenata nel cuore di Kesennuma, cittadina a nord est del Giappone.
Lo tsunami del 2011, oltre a migliaia di detriti e resti di costruzioni finiti nel fondo dell'oceano ha scaraventato sulla terraferma decine e decine di segnacoli incongrui della sua furia devastante. Come il malinconico e tragico relitto della Kyotoku-maru 18, battello da pesca finito nei gorghi dell'onda anomala che sconvolse il Giappone l'11 marzo di due anni fa.
In un primo tempo le autorità municipali aveva deciso di conservare i resti dell'imbarcazione come imponente e silenzioso monito della tragedia. Ma un sondaggio recente ha cambiato i progetti dopo che il 70% degli abitanti di Kesennuma ha deciso per lo smantellamento.
Da simbolo tragico e ferrigno dello tsunami, la Kyotoku-maru 18 finirà la sua carriera in un cantiere di smantellamento, riciclando generosamente la sua chiglia rossa e blu lambita dalle fiamme dell'incendio che distrusse parte della cittadina dopo il maremoto giunto dal mare e che provocò, nel Giappone nord-orientale, un'ecatombe di 18mila
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